Branding agile applicato alla liuteria con Flavia Rubino
Abbiamo chiesto a Flavia Rubino, autrice de "Il branding agile e la formula della fiducia" di immaginare come potrebbe essere applicata la sua formula "TRUST" al branding delle botteghe di liuteria cremonesi
Fare branding ormai rappresenta una necessità irrinunciabile per le aziende perché non basta più vendere un prodotto. Siamo di fronte a mercati molto competitivi in cui fare branding non significa più semplicemente distinguersi dagli altri e farsi scegliere per le proprie caratteristiche di unicità, ma farsi scegliere perché si è riusciti a creare un rapporto di fiducia. Ce lo spiega Flavia Rubino nel suo ultimo libro “Il Branding Agile e la Formula della Fiducia”.
Sintetizzando il brand agli elementi costitutivi di base della fiducia, Flavia Rubino ha cercato di sviluppare un metodo che consiste in un modo di pensare, una strategia per approcciarsi ai problemi. In questo modo, cioè partendo dalle giuste domande, si arriva a formulare una identità di brand che poggia le proprie basi sull’essenza della propria promessa.
L’esempio sulla liuteria cremonese
Nella video-intervista all’autrice condotta da Claudio Gagliardini, si analizza un esempio concreto preso dal nostro territorio cremonese, applicando il metodo Lean Branding Model™ all’eccellenza della liuteria di Cremona e alle sue botteghe: le logiche di branding – spiega la Rubino – sono le stesse in una grande azienda, in una piccola e media impresa e anche in una bottega artigiana: si tratta di tornare all’essenza della fiducia.
L’errore che si fa più spesso – ci dice Flavia Rubino – è quello di partire dall’ultima fase del piano di marketing, quella operativa. Può essere rischioso infatti attuare strategie di marketing senza un approccio ragionato e rigoroso che sorregga e guidi tutta l’attività di marketing digitale; motivo per cui il sottotitolo del libro è “perché il digitale passa in fretta e le buone idee no”.
La formula TRUST
Per questo è importante seguire una formula, delle indicazioni sulle domande da porsi per assicurarsi di creare un brand con delle solide basi: questa guida si può trovare nella “Formula della fiducia” descritta da Flavia Rubino a partire dalle cinque lettere della parola TRUST – fiducia per l’appunto.
- T – Territorio: la prima domanda da farsi è sempre una riflessione sul territorio in cui ci si trova – delimitato non soltanto in senso geografico, ma anche frutto dell’analisi del mercato, delle opportunità di business offerte dal settore di cui ci si occupa, i trend e le attività che influenzano il nostro mondo di riferimento. Quindi è fondamentale interrogarsi sul posizionamento strategico che intendiamo raggiungere nel nostro mercato, qual è la nostra posizione attuale e cosa ci manca per arrivare al nostro obiettivo ideale.
- R – Relazione: l’altra analisi necessaria è quella dei segmenti di pubblico e di clientela. Serve trovare e suddividere la nostra audience ideale in base alla nostra identità e alla nostra vocazione, per trovare risposta alle tre domande fondamentali (Chi sono? Cosa vogliono? e Cosa fanno le persone?) e ottenere molto più di una descrizione socio-demografica del nostro pubblico, sondando in profondità i loro valori, le loro aspirazioni e le loro esigenze.
- U – Unicità: unendo l’analisi del territorio e l’identità delle persone a cui ci rivolgiamo si può formulare una promessa (la cosiddetta Brand Value Promise o Unique Value Proposition) che permetta all’identità dell’azienda di trasformarsi da prodotto a brand, proponendosi di risolvere i problemi che ha analizzato negli step precedenti. Questa promessa di valore consiste nell’esplicitare Cosa si fa, Per chi lo si fa e Come lo si fa, formulando una vera risposta alle esigenze emerse dall’incontro con le persone.
- S – Storia: a questo punto si può tradurre la promessa in un racconto, in una comunicazione del nostro servizio, dei nostri prodotti e di noi stessi. Per farlo bisogna unire la BVP all’Insight, facendo emergere un aspetto in particolare che risulta intuitivamente vero e che rende la promessa rilevante per il pubblico, dandone prova e motivo di fiducia.
- T – Touchpoint: infine trovano posto tutte le iniziative operative e i punti di contatto (contenuti e interazioni tramite sito, newsletter, social, eventi ecc.) che solo ora possono discendere in modo naturale e coerente dall’analisi e dal lavoro fatto fino a questo punto.
Scopri di più su Flavia Rubino con l’articolo di approfondimento del suo percorso professionale e del suo libro “Il branding agile e la formula della fiducia” su Condivideo.live