La trasformazione digitale è un’opportunità per il comparto manufatturiero
Con la digitalizzazione aumenta la produttività di 2,5 volte, si riducono di 3 volte degli scarti e di 4 volte il fermo impianti. I Dati emergono da uno studio IDC realizzato per Nuovamacut e presentato ieri alla XIII edizione del NuovamacutLive, evento di riferimento per il settore manifatturiero dedicato alle tecnologie per lo sviluppo prodotto.
Si è conclusa la 13° edizione del NuovamacutLive (8 e 9 novembre 2023) l’appuntamento di riferimento per il comparto produttivo italiano dedicato della trasformazione digitale che ha visto presentare la ricerca condotta da IDC – la prima società mondiale di market intelligence, servizi di advisory ed eventi nell’ambito delle tecnologie digitali e ICT.
Nel corso della tredicesima edizione del NuovamacutLive organizzata da TS Nuovamacut, società del Gruppo TeamSystem, primo partner in Italia e nella top 10 mondiale di SolidWorks, Dassault Systèmes e HP 3DPrinting, si è parlato di trend economici e capacità di gestire il cambiamento.
Al NuovamacutLive 2023, IDC, la prima società mondiale di market intelligence, servizi di advisory ed eventi nell’ambito delle tecnologie digitali e ICT, ha fatto una panoramica sullo stato di avanzamento della transizione digitale in Italia ed Europa. I dati dello scorso biennio hanno fatto emergere i vantaggi dell’impatto di un sistema informativo integrato, rispetto ad uno non integrato. L’accesso in tempo reale a tutte funzioni le aziendali attraverso un’unica sorgente di verità comporta 5 benefici:
- Aumento della produttività di 2,5 volte
- Riduzione di 3 volte degli scarti
- Riduzione di 4 volte del fermo impianti
- Riduzione di 6 volte gli incidenti di cyber security
- Riduzione di 3 volte degli incidenti di tema ambiente, salute e sicurezza
Semplificare l’intero ciclo dello sviluppo prodotto integrando insieme dati, processi e workflow dei vari dipartimenti aziendali resta ancora un problema irrisolto per la maggior parte del tessuto produttivo del nostro paese. Dalla mappatura di IDC effettuata a gennaio 2023, il 53% delle imprese adotta le soluzioni digitali sporadicamente o in maniera isolata, introducendo la digitalizzazione solo a livello dipartimentale, o di singoli processi, mantenendo di fatto non integrato l’intero ciclo di sviluppo prodotto.
Solo il 13% delle imprese hanno portato all’interno di tutti i processi aziendali soluzioni tra loro integrate. Un ritardo quello che stiamo assistendo che segna un notevole gap con le colleghe europee che si attestano invece al 30%. Anche se in Italia si digitalizza meno, chi lo fa, adotta modelli estremamente innovativi, nel nostro paese il 18% delle aziende sono casi di eccellenza riconosciuti anche all’estero, contro il 7% dei casi in Europa.
La buona notizia è che la ricerca di IDC mostra come esista nelle aziende italiane una solida consapevolezza del fatto che il Digitale è motore dell’Innovazione. Per il 63% la prima iniziativa da intraprendere, per il momento – e questo non è comune in Europea – è “innovare i processi attraverso tecnologie di simulazione e virtual twin”. Trasformare il modello operativo passa dunque attraverso un ripensamento dei processi mediante il digitale che presenta tra le altre, l’avanzata dell’Intelligenza Artificiale, una tecnologia ad oggi, divisiva in termini di consenso. Se in Europa chi non la usa sono solo il 14,8% delle imprese, in Italia il dato cresce al 22,7%. Mentre, il 36,4% che l’ha adottata la sta usando per migliorare l’esperienza dei clienti con la creazione di assistenti virtuali, contenuti aziendali e di marketing, come strumento per la traduzione di testi e sviluppo di software.
Portare innovazione all’interno di processi esistenti rappresenta una complessità per le aziende che si trovano davanti ad una offerta sin troppo ampia e non sempre all’altezza delle esigenze di business. Alla domanda qual è il fattore differenziale che spinge un’azienda a scegliere un partner tecnologico, solo per l’8% delle imprese è importante la sua localizzazione geografica, per 13% è rilevante che sia a basso costo mentre per il 55% è fondamentale che abbia le capacità di supportare soluzioni end-to-end.