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In Italia solo 1 azienda su 20 misura il proprio impatto ambientale

Fòrema, l’ente di formazione di Confindustria Veneto Est, e IASE Italy, filiale italiana della “International Association for Sustainable Economy“, hanno siglato una partnership per la creazione di un pacchetto formativo sulla sostenibilità ESG, che le aziende potranno acquistare e fornire ai propri dipendenti. I corsi proposti riguarderanno due certificazioni internazionali: ISB® – International Sustainable Business, specifica per il settore produttivo, e ISF® – International Sustainable Finance, specifica per il settore finanziario.

Il pacchetto formativo prevede un esame finale per ottenere la certificazione internazionale, disponibile in due livelli, mentre un terzo livello per gli specialisti del settore ESG sarà disponibile alla fine del 2023. L’obiettivo del progetto è diffondere le buone pratiche e creare un protocollo di “Exponential training” per formare il personale di tutte le aziende, in modo da rispondere alla crescente esigenza delle grandi aziende di dotare i propri consigli di amministrazione di professionisti esperti in ambito ESG e individuare i dirigenti di riferimento all’interno delle strutture produttive.

La partnership tra Fòrema e IASE Italy

Enrico Del Sole, Presidente di Fòrema e vicepresidente di Confindustria Veneto Est

La partnership tra Fòrema e IASE Italy è stata fortemente voluta da entrambe le parti, che hanno individuato nelle imprese italiane il campo principale entro il quale si svolge la partita della sostenibilità.

Secondo Mario Ambrosi, Presidente di IASE Italy, i principi ESG e le ricerche internazionali spingono le aziende a dotare i loro consigli di amministrazione di persone esperte in ambito ESG, e la sfida per le PMI è ancora più tosta.

Il Presidente di Fòrema e vicepresidente di Confindustria Veneto Est, Enrico Del Sole (in foto), ha sottolineato l’importanza di formare gli imprenditori attorno a questi temi e dare risposte concrete alle imprese, utilizzando corsi di e-learning erogati direttamente dalla piattaforma online di Fòrema.

La ricerca condotta da Fòrema

In Italia solo una azienda su venti dichiara di misurare il proprio impatto ambientale con dati precisi, mentre una impresa su due si vanta di aver attivato azioni di marketing in ambito ESG. Questi dati emergono da uno studio condotto da Fòrema su un campione di 226 aziende, in cui la maggior parte sono grandi imprese senza obbligo di rendicontazione sui temi della sostenibilità.

La ricerca ha rilevato che tra i vari asset sui quali si possono sviluppare le azioni di ESG (Environmental, Social and Governance, ossia i tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità), il 43,5% delle imprese risulta essere più maturo nella parte sociale e nel rapporto coi dipendenti e col territorio, mentre si sta ancora lavorando sulla parte ambientale, che è oggetto di operatività solo nel 26% dei casi. Infine, la parte di governance è quella più lacunosa, con solo il 22,7% delle imprese che ha intrapreso percorsi in tal senso.

Allarme greenwashing

Un altro trend interessante emerso dallo studio di Fòrema è il rapporto tra quanto si comunica e quanto poco si fa. Solo il 5% delle aziende italiane dichiara di misurare il proprio impatto ambientale con dati precisi, mentre circa il 50% utilizza la propria comunicazione per vantarsi di aver attivato azioni di sostenibilità.

Dietro questi dati c’è chiaramente una vocazione al “greenwashing” (ambientalismo di facciata, letteralmente: dare una pennellata di verde) a vari livelli che riguarda circa la metà delle aziende. Solo una azienda su quattro monitora le emissioni di anidride carbonica relativamente alle emissioni dirette generate o alle emissioni indirette legate ai consumi energetici, mentre solo una su cinque si è data degli obiettivi di riduzione dell’anidride carbonica nel medio periodo. Il 37% dichiara invece di essersi dati “obiettivi specifici” per la riduzione degli impatti ambientali.

In sintesi, l’analisi di Fòrema mette in luce l’urgente necessità per le aziende di fare di più in materia di sostenibilità, non solo comunicando ma agendo concretamente, adottando standard indipendenti di analisi e monitorando le proprie emissioni di gas serra. Solo così si potrà evitare il fenomeno del greenwashing, che rischia di offuscare l’importanza di una transizione ecologica autentica e necessaria per il futuro del nostro pianeta.

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