In Italia la disparità di genere continua a essere un grande ostacolo, gli stereotipi si ripetono instancabilmente negli ambiti lavorativi, tra cui anche nel settore culturale e creativo. Basti pensare che negli ultimi quarant’anni su 1,5 milioni di aste d’arte effettuate, le opere realizzate da autrici femminili hanno registrano un guadagno inferiore quasi del 48% rispetto ai dipinti realizzati da artisti uomini, dati attestati da uno studio di Renée B. Adams, Roman Kraeussl, Marco A. Navone e Patrick Verwijmeren. Inoltre, nonostante la presenza femminile nell’organigramma dei musei e della gestione dei beni culturali sia molto elevata, spesso le donne non occupano ruoli dirigenziali, ma di responsabilità inferiore.
Il mercato dell’arte contemporanea: una rivincita al femminile
L’Open Lesson che si inserisce nel Master in Economia e Managenment dell’Arte e della Cultura è stata tenuta da due docenti della 24ORE Business School:
- Marilena Pirelli, giornalista de Il Sole 24 Ore e ideatrice della rubrica Arteconomy24
- Silvia Anna Barrilà, collaboratrice della testata.
Durante le lezione hanno sottolineato un’inversione di tendenza rispetto al ruolo che le donne ricoprono nel sistema dell’arte contemporanea. Attualmente l’attenzione nei confronti delle artiste è molto cresciuta: le istituzioni e il mercato hanno riscoperto le donne e hanno avviato una revisione della narrazione storico artistica.
“Ogni anno, proponiamo ai nostri studenti di realizzare un’analisi approfondita della realtà dell’arte al femminile – racconta Silvia Anna Barrilà – è un lavoro che svolgiamo insieme a loro e che ha portato all’approfondimento della produzione delle Surrealiste, delle protagoniste di movimenti quali l’Arte Concreta e delle artiste femministe degli anni Settanta. Durante l’ultima edizione del Master a Milano, sono state analizzate le carriere di sei personalità femminili del Novecento quali Regina Cassolo Bracchi, Elisa Montessori, Irma Blank, Nanda Vigo, Renata Boero e Anna Valeria Borsari. Queste artiste appaiono molto dirette, consapevoli, coinvolte e portatrici di messaggi profondi e autentici, testimoniando le trasformazioni delle svolte che si sono verificate nella storia dell’arte contemporanea”.
Il ruolo delle donne nella storia dell’arte è cominciato a cambiare grazie a movimenti femministi, il più recente dei quali è sicuramento il #Metoo, che hanno permesso alle artiste di inserirsi nel mercato e nel sistema contemporaneo. Artiste molto diverse tra loro, progressivamente hanno raggiunto un riconoscimento sia dal punto di vista critico che economico con quotazioni sempre più elevate, insediandosi tra gli uomini che detengono i record nel settore.
“A partire dagli anni Settanta, grazie alla presa di coscienza di questa discriminazione e oppressione del genere femminile – spiega Marilena Pirelli – lo scenario artistico ha iniziato a popolarsi di interpreti in grado di mettere a punto un cambiamento radicale attorno al concetto stesso di arte, valorizzando il proprio ruolo e facendosi riconoscere come artiste qualificate, degne di uguali opportunità e diritti.“
Escluse per secoli dalla professione di artista e dalle accademie, considerate muse più che protagoniste, oggigiorno il contributo delle donne alla storia dell’arte è stato riconsiderato dalle istituzioni, segnalando un’inversione di tendenza e valori.