IA nelle HR: investimenti per un’azienda europea su tre
SD Worx, il principale fornitore europeo di servizi HR, in una recente indagine europea condotta su larga scala rivela che l’applicazione dell’IA all’interno delle mansioni HR non è ancora un’urgenza per le aziende, ma la corsa agli investimenti è già iniziata.
Secondo la ricerca a febbraio 2024 un’azienda europea su tre risultava essersi già impegnata per introdurre l’intelligenza artificiale nel proprio spazio lavorativo, sebbene il progetto non rientrasse tra le prime cinque sfide HR dell’anno. Al contempo, un dipendente su cinque è preoccupato del fatto che l’intelligenza artificiale possa assumere un gran numero di compiti.
Ma come è la situazione in Italia?
L’area Italiana sembra una delle più interessate alle potenzialità evidenziate dall’IA in ambito HR.
Se il quasi 34% delle aziende intervistate si vede d’accordo con l’avvento di un payroll pienamente digitalizzato ed automatizzato, nel frattempo:
il 28% fa già uso di generative AI all’interno del processo, classificando l’Italia al secondo posto per impiego a livello europeo subito dopo la Polonia (33%);
il 36% sta investendo per ampliare l’impiego della generative AI nella propria azienda;
infine, il 45%, dato più alto in Europa, sta attivamente esplorando il potenziale della generative AI all’interno del posto di lavoro.
“L’intelligenza artificiale può creare un valore significativo, una maggiore efficienza, un servizio clienti più rapido o insight interessanti che possono essere utilizzati dai responsabili delle risorse umane”, afferma Tom Saeys, COO di SD Worx (in foto). “Trovare il giusto equilibrio tra una tecnologia come l’IA e supporto umano è essenziale. In SD Worx incoraggiamo e implementiamo le innovazioni a beneficio dei nostri clienti e collaboratori. Siamo certi che questo non andrà a scapito dei posti di lavoro, ma anzi che ne verranno creati di nuovi. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell’IA è necessario un approccio diverso, una continua riqualificazione professionale e un processo di apprendimento permanente, sia per le aziende che per i dipendenti”.